La leva militare torna in Europa: ecco i Paesi che la stanno reintroducendo
Il ritorno della leva militare obbligatoria si fa sempre più concreto in Germania, dove il ministro della Difesa Boris Pistorius ha annunciato l’intenzione di presentare un disegno di legge entro l’autunno. L’obiettivo è aumentare il numero di soldati attivi nelle forze armate tedesche, prima puntando sui volontari, poi – se necessario – tramite una coscrizione obbligatoria.
Il dibattito si inserisce nel contesto del massiccio piano di riarmo approvato dal governo di Berlino, da 500 miliardi di euro, per rispondere alle crescenti tensioni con la Russia e rispettare gli standard NATO. La proposta prevede un modello simile a quello svedese, con una selezione basata su questionari e idoneità fisica, ma non esclude un ritorno alla leva per tutti gli uomini, come previsto dalla Costituzione tedesca.
Quali Paesi europei hanno già la leva obbligatoria
Attualmente in Europa sono pochi gli Stati con una leva militare attiva:
- Finlandia, Lituania, Lettonia ed Estonia: coscrizione regolare
- Grecia e Cipro: leva obbligatoria ancora in vigore
- Norvegia e Svezia: modelli misti e selettivi
- Francia: servizio nazionale di un mese, non militare
- Polonia: esercito professionale con molti riservisti
Al contrario, in Italia, Spagna, Germania (fino ad ora) e Regno Unito, la leva è stata abolita o sospesa da anni.
La posizione dell’Italia: la Lega spinge, Crosetto frena
In Italia, il tema della “naia” torna ciclicamente alla ribalta soprattutto per iniziativa della Lega, che propone un ritorno alla leva come strumento educativo e difensivo. Tuttavia, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha più volte espresso contrarietà: “L’Italia ha bisogno di militari professionisti, non di giovani privi di formazione”.
Nonostante lo scetticismo del governo Meloni, la Lega ha recentemente depositato una proposta per il richiamo straordinario di 10.000 riservisti in situazioni d’emergenza. La proposta sarà esaminata nei prossimi mesi, in parallelo con il piano di rafforzamento delle Forze Armate già annunciato, ma non ancora dettagliato.
Giovani italiani e leva: tra scetticismo e senso civico
Secondo un sondaggio recente, più della metà dei 18enni italiani non sarebbe disposta ad arruolarsi in caso di emergenza. Tuttavia, il 44% risponderebbe positivamente a una chiamata per la difesa nazionale. Un dato che potrebbe influenzare il dibattito nei prossimi mesi, soprattutto in un contesto europeo sempre più orientato alla difesa collettiva.
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