Afghanistan, i talebani bruciano gli strumenti musicali: “Corrompono l’anima”
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Afghanistan, i talebani bruciano gli strumenti musicali: “Corrompono l’anima”
Un enorme falò per ridurre in cenere chitarre, tamburi e casse. Qualsiasi mezzo che possa creare della musica, o con cui ascoltarla, è andato a fuoco a Herat, in Afghanistan, perché i talebani che governano il Paese hanno deciso che canzoni e melodie sono immorali.
Anzi, più precisamente, “la promozione della musica porta alla corruzione morale e suonare inganna i giovani”, ha spiegato Aziz al-Rahman al-Muhajir, responsabile provinciale del ministero per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio.
Chitarre, armonium, strumenti a corda e una tabla (una specie di tamburo), oltre a casse e altoparlanti, sono stati sequestrati dai talebani e poi bruciati. “Un genocidio culturale e vandalismo culturale”, ha detto all’emittente britannica Bbc Ahmad Sarmast, fondatore dell'Afghanistan National Institute of Music.
Quando i talebani erano al potere, dalla metà degli anni ‘90 fino al 2001, la musica era vietata in qualsiasi forma: dagli eventi pubblici alla tv. Negli anni successivi la scena musicale è fiorita, ma da quando sono tornati al potere, nell'agosto 2021, molti artisti sono stati costretti a fuggire. Le autorità talebane hanno reintrodotto una serie di leggi per far rispettare la loro visione integralista ed estremista dell'Islam, e tra le norme c'è anche il divieto di suonare musica in pubblico.
Le donne sono i principali bersagli del nuovo clima: possono apparire in pubblico solo se si coprono il corpo e il viso; ad adolescenti e ragazze è stato inoltre negato l'accesso a scuole e università, ma anche a parchi, hammam e palestre. E martedì, migliaia di saloni di bellezza in tutto il Paese sono stati chiusi poiché le autorità hanno ritenuto alcuni trattamenti troppo costosi o non islamici.
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